In pratica, cosa viene valutato?
Capire e farsi capire nella propria lingua è fondamentale, anche perché la lingua è una palestra del pensiero.
La Prova di Italiano
Per questo, oltre che la conoscenza della grammatica che serve per esprimersi, nella Prova di Italiano si verifica la capacità di comprendere un testo autentico, letterario o meno, misurando sette aspetti della competenza linguistica che valutano la capacità degli studenti di riflettere sul testo, valutarlo, comprenderne l’organizzazione logica e le connessioni interne.
La Prova di Matematica
La Prova di Matematica verifica le conoscenze più importanti, la capacità di risolvere problemi e quella di argomentare in quattro ambiti: probabilità e statistica, aritmetica o algebra, geometria, relazioni e funzioni. Delle tre Prove, è quella che più dipende dal possesso di conoscenze disciplinari, ma i quesiti partono spesso da problemi del mondo reale, e chiedono agli allievi anche di saper riflettere sul perché delle scelte, quindi di saper utilizzare correttamente la logica deduttiva.
La Prova di Inglese
La Prova di Inglese misura la capacità di capire gli altri nella vita reale attraverso quesiti basati su testi da leggere o da ascoltare autentici, tratti dalla quotidianità, ed è quindi quella meno legata al possesso di conoscenze, ad esempio di grammatica.
Le Prove INVALSI non sono test di memoria
È quindi evidente che le Prove INVALSI non sono test di memoria; richiedono invece agli studenti la capacità di ragionare per utilizzare al meglio quanto hanno imparato, non semplicemente perché previsto da una normativa, ma soprattutto perché la capacità di ragionare è fondamentale per tutta la vita.
Strutturare le prove
Produrre un quesito per una Prova nazionale INVALSI richiede un lavoro molto più lungo e complesso di quello necessario per produrre un esercizio per un libro di testo scolastico. Mentre quest’ultimo serve soprattutto a far esercitare gli studenti, i quesiti INVALSI hanno il compito di misurare competenze, conoscenze e abilità molto precise.
Per preparare una Prova occorrono infatti due anni di lavoro che vedono impegnati quasi duecento autori, selezionati fra insegnanti, dirigenti scolastici e ricercatori, con la collaborazione di esperti delle discipline esaminate, e l’aiuto di oltre duemila ragazzi.
L’identikit della buona domanda
Una buona domanda deve toccare una competenza prevista dai Quadri di Riferimento INVALSI, deve essere chiara e non ambigua o fuorviante, deve avere un linguaggio adatto all’età e non dev’essere troppo lunga. Non deve favorire o penalizzare i maschi o le femmine, chi frequenta un particolare tipo di scuola o ha una particolare visione delle cose. Ma soprattutto, una buona domanda deve testare una competenza specifica e solo quella. Anche una formulazione apparentemente semplice può infatti richiedere la padronanza di più competenze, che potrebbero interferire con la misurazione di quella desiderata.
Le numerose domande
Un’ulteriore difficoltà è rappresentata dal fatto che una prova è composta da decine di domande, e ce ne devono essere diverse per ogni livello di apprendimento di ciascuna delle competenze previste.
L’importanza del tempo
La Prova deve inoltre poter essere completata nel tempo a disposizione. I gruppi degli autori possono continuare a discutere e migliorare sia le singole domande sia la composizione della Prova anche per mesi, ma può non bastare. Non è facile identificarsi con il punto di vista degli studenti e capire qual è il vero livello di difficoltà di un quesito, né quanto potrebbero essere fuorvianti le risposte non corrette.